Miti e Leggende dal Giappone: Kyuuso

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Nel periodo Bunmei c’era un samurai di nome Wataro. Nella sua stalla abitava da sempre un vecchissimo topo, ma dato che non aveva mai causato alcun danno, gli abitanti di quella casa, generazione dopo generazione, gli avevano permesso di restare. Di notte era solito raggiungere l’edificio principale della Villa per incontrarsi con una gatta con cui non aveva mai litigato e di cui era addirittura diventato amico.

Un giorno la gatta diede alla luce cinque cuccioli, ma poco dopo morì a causa di un veleno che aveva mangiato accidentalmente. Da allora il vecchio topo si presentò ogni sera ad allattare personalmente i gattini. Poi, un giorno, spari. Un uomo di nome Sora udì quella strana storia e andò a raccontarla a Basho, un famoso poeta, sperando che potesse dargli qualche spiegazione.

«È già accaduto in passato che un gatto abbia allevato dei topolini» disse, «quindi non è troppo strano che ora sia accaduto anche il contrario».
Un’altra storia racconta che a Shigi, in Yamato (l’attuale regione di Nara), esisteva un Kyuuso (vecchio topo) col pelo di tre colori: rosso, nero e bianco. Non faceva altro che divorare gatti. È opinione diffusa che gatti e topi, una volta divenuti molto vecchi, si trasformino in mostri e, visto che si ritiene che i topi con più di mille anni diventino bianchi, può darsi che quello col manto di tre colori ne avesse addirittura il triplo.

In un libro antico è perfino raccontata una storia in cui un Kyuuso fa l’amore con una ragazza umana. Anche nel libro Genpeiseisuiki si trova una storia misteriosa riguardante uno strano topo.
All’inizio della sua carriera, il generale Kiyomori Taira catturò un uccello misterioso nell’edificio imperiale principale, ma quando fece per prenderlo, il volatile si nascose nella sua manica sinistra. Dopo averlo esaminato, scoprirono che si trattava in realtà di un topo dalle sembianze mostruose e un indovino spiegò che quell’orribile creatura avrebbe portato malattie, carestie e rivolte per una durata di ventuno anni. Kiyomori lo uccise e per questo divenne un eroe.

Fonti: Enciclopedia degli Mostri Giapponesi di Shigeru Mizuki