Miti e Leggende dal Giappone: Mokuri Kokuri

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A Wakayama si dice che il 3 marzo appaia in montagna, mentre il 5 maggio lo faccia in mare. Si tratta del reikon (l’anima) di un morto affogato durante i tentativi di invasione da parte dei mongoli, a cui vennero assegnati gli ideogrammi che si leggono come moko kokuri, oppure mokuri kokuri.

Il termine mokuri è la storpiatura di Moko che indicava il regno dei mongoli, mentre il termine kokuri è una storpiatura di Korai, il nome giapponese che indicava Goguryeo, uno degli antichi tre regni di Corea da dove partì la flotta mongola che voleva invadere il Giappone.
Ha l’aspetto di un piccolo mammifero simile all’itachi (donnola) che sbuca fuori dai campi di grano. Quando lo fa, assume le sembianze di una persona di altezza variabile. Quando sta in mare, invece, assomiglia a una specie di medusa che galleggia in gruppo sulla superficie dell’acqua. È molto raro trovare uno yokai che sia in grado di apparire mutando la forma a seconda del luogo in cui si trova.

Nel distretto di Nishi Kubiki, in Niigata, c’è un essere chiamato momokko, che per i bambini significa bakemono (creatura mutante), mentre nell’altro distretto di Minami Vonuma la stessa creatura la chiamano momonko. Invece, nel distretto di Higashi Chikuma, stavolta a Nagano, viene chiamato momokka. Nel distretto Kunohe di Iwate si nomina lo anmoko per spaventare i bambini. Pare che anche questo termine provenga da Moko, storpiato in modo da renderlo una specie di verso pauroso.
In wate, nel distretto omonimo, il termine yurei (spettro) si dice monko e sembra che anche questo nome derivi da una storpiatura di Moko.

Fonti: Enciclopedia degli Spiriti Giapponesi di Shigeru Mizuki