Spiritualità e sostanze psicotrope: un primo sguardo.

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Qualche giorno fa abbiamo aperto un sondaggio sul nostro account ufficiale Instagram a cui hanno partecipato poco più di 200 persone. La domanda da noi posta è stata: “Sostanze psicotrope nella Spiritualita: sì/no.” Il risultato ci ha sorpreso: 79% sì contro il 21% no.

Con sostanze psicotrope si intende quelle capaci di modificare lo stato psico-fisico del soggetto e forse vi sorprenderà sapere che anche l’alcol fa parte di questa famiglia!

Nell’antichità non esisteva il problema morale sull’uso di queste sostanze, assumerle non era una questione di giusto o sbagliato anzi, rappresentavano una parte fondamentale del rapporto con le divinità, un collegamento con la medicina, una connessione con il proprio corpo.

Per dare un’idea di quanto il rapporto dell’uomo con gli stati alterati sia ancestrale, basti pensare che secondo alcuni teorici, le sostanze psicoattive sarebbero alla base di traguardi importantissimi per l’umanità: la coltura dei cereali, ad esempio, avrebbe avuto un forte impulso dalla voglia irrefrenabile dell’uomo preistorico di ottenere birra e le proprietà nutritive di grano e affini sarebbero state scoperte solo in un secondo tempo. Per quanto possa sembrare paradossale, quindi, gli alcolici sarebbero nati ancora prima del pane. Nelle società di cacciatori-raccoglitori questa sostanza era strettamente collegata all’esperienza religiosa, che ancora non aveva precetti scritti e divinità ben definite. In questo caso era utilizzata principalmente come sostanza enteogena per i riti di visione e di comunicazione con il divino: il peyote “pane degli dei” in Messico, l’ayahuasca “liana degli spiriti” in Amazzonia e in America centrale, l’iboga “pianta miracolosa” o “albero della conoscenza” in Africa occidentale, la kawa “bevanda amara, pungente, aspra” nel Pacifico del Sud, la cannabis sativa in Oriente. L’assunzione delle sostanze psicotrope da parte dello sciamano serve per abbandonare il corpo e incarnarsi in altri stati (vegetali, animali e anche umani), per “trasportarlo” in un’altra dimensione da cui predire eventi o sentenze, guarire e orientare. Per i seguaci, invece, è una forma comunitaria di partecipazione alle cerimonie religiose.

Sin dall’alba dei tempi quindi, l’uomo ne ha sempre fatto uso e teorie interessanti (ne parlano i testi arcaici indiani), sostengono che già l’uomo delle caverne assumesse sostanze psicotrope e poi ritraesse le proprie visioni sulle pareti delle caverne. Non solo teorie, ma anche prove certe dell’utilizzo di determinate sostanze si trovano in parecchie culture e tradizioni del mondo, dalle tribù amazzoniche agli sciamani siberiani, che tutt’ora lavorano spiritualmente in questo modo.

Chi sostiene il contrario nega la verità a sé stesso e agli altri, poiché abbiamo tra le mani numerose prove dell’unione tra l’uomo e la sostanza psicotropa e altrettante testimonianze dirette e indirette. Non tutte le culture fanno uso di determinate sostanze, sia chiaro. Dipende dal culto, dal luogo in cui si sono stanziate le tribù/clan e da cosa la Natura offre, ma con tutte le prove in mano, perché la maggior parte delle persone rinnega questa unione? Per paura o semplice ignoranza?

La scienza si è ormai sostituita alla Natura e dalle prime droghe naturali si è passati a quelle create in laboratorio, più terribilmente pericolose. Dall’iniziale valenza religiosa e medica, alcune delle sostanze psicotrope assumono il carattere illegale e, con l’avanzare del progresso, la separazione dell’essere umano da ciò che dovrebbe considerare tempio/casa ossia la Natura, ha fatto sì che la maggior parte delle persone si allontanasse dalle proprie radici e tradizioni, specialmente in Occidente. Con l’avvenuta del Cristianesimo e del Medioevo, tutto si è spento. Ciò che ha sempre fatto parte di noi è diventato “il male” o “peccato”, illegale e definito potenzialmente mortale, ma per quale motivo? Alcuni sostengono che una mente addormentata sia più facile da gestire e manipolare, che una società tranquilla e “sedata” non dia problemi.

…chissà se un giorno, l’essere umano si sveglierà da questo lungo sonno.

In parte, fonte: win.storiain.net

BIBLIOGRAFIA

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Piccola storia delle droghe. Dall’antichità ai giorni nostri, di Escohotado A. 2008.

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Hashish e Islam. Tradizione e consumo, visioni e prescrizioni nella poesia, nella letteratura e nelle leggi, di Zanello F. 2003.

Religione, magia e droga. Studi antropologici, di Lanterrnari V. 2006.

Storia moderna della droga, di Bernabei F. 2010.