Cos’è l’Etica Ambientale? E, soprattutto, perché ne abbiamo bisogno?

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Cos’è l’etica?

In parole povere, si tratta della riflessione critica, ma anche propositiva, circa il comportamento umano volta a determinare regole, sia generali che situazionali, per un’interazione “felice”, “sana” e non distruttiva tra individui.

Ogni soggetto umano agisce in accordo con un’etica personale la quale è il frutto di molteplici stimoli culturali. Alcuni sono predominanti ed estesi a larghe fasce della popolazione, ad esempio la morale tradizionale di matrice cattolica, altri sono più di nicchia come la lettura di filosofi, la frequentazione di gruppi d’attivismo o circoli politici, etc.

A ciò si deve aggiungere una forma di innatismo del “senso morale” che spinge la maggior parte degli umani, ma anche diversi animali non-umani, a contrastare ciò che viene percepito come ingiusto e a empatizzare con altri.

Nessuno scappa all’etica, essa è la nostra postura nel mondo, è il modo in cui diamo senso alla maggior parte delle nostre decisioni e di quelle altrui.

Su di una visione etica intersoggettiva si basano i sistemi giuridici, le decisioni politiche e le attitudini cognitive di intere società.

Dal momento che agiamo e riflettiamo sul nostro agire – spesso utilizzando categorie come “giusto” /” sbagliato”, “morale” /” immorale”, “buono” /” cattivo”, … – entriamo nel dominio dell’etica.

Si tratta di un domino estesissimo, toccando ogni sfera della nostra esistenza, ed estremamente complesso. Per tale ragione la filosofia occidentale, da più di duemila anni, cerca di definire parametri, fondamenti, ragioni e prospettive per un’etica che trascenda le differenze culturali e religiose.

Si tratta di un work in progress di proporzioni mastodontiche.

Oggi, più o meno tutti gli studiosi d’etica concordano sulla necessità di cinque circostanze fondamentali per l’esistenza di problematiche “morali”:

1)La presenza di un soggetto agente morale, ovvero un soggetto umano consapevole;

2)L’azione o l’intenzione di tale agente morale;

3)Le conseguenze dell’azione messa in atto dall’agente morale;

4)La relazione tra il soggetto che agisce e il “chi” / “cosa” su cui l’azione è diretta;

5)La presenza di un paziente morale sul quale l’agente esercita l’azione.

 

Le più importanti teorie etiche contemporanee si ramificano a partire dall’importanza data a ognuno di questi punti:

1)l’etica della virtù riflette sul “carattere” dell’agente morale;

2)la deontologia si fonda sui principi regolatori dell’azione;

3)l’etica consequenzialista (utilitarismo in primis) si concentra sulle implicazioni dell’agire;

4)l’etica della cura ha come centro nevralgico la riflessione circa i rapporti tra agenti e pazienti morali.

E l’indagine sulla natura dei pazienti morali?

L’etica tradizionale ha quasi sempre fatto coincidere sia gli agenti morali che i pazienti morali con l’idea paradigmatica di maschio bianco, adulto, etero e occidentale.

In tempi recenti, purtroppo con un gravissimo ritardo storico, l’idea di persona si è andata ad estendere includendo donne, bambini, persone con disabilità, minoranze etniche e molte altre categorie umane.

Oggi, in linea di principio, la sola appartenenza alla specie Sapiens dovrebbe qualificare un soggetto come paziente morale.

Ciononostante, il cerchio dell’etica è ben lontano dall’includere tutto ciò che potenzialmente può essere considerato degno di attenzioni morali.

Il secolo XXI, oltre alle crisi inerenti alla dimensione umana, vede un drammatico inasprirsi dei rapporti della nostra specie, specialmente dei suoi soggetti più ricchi, con il mondo non-umano.

Dalla sofferenza animale negli allevamenti intensivi al caos climatico generato dalle emissioni di gas a effetto serra, il presente è attraversato da ingiustizie che non possono essere comprese se l’idea di paziente morale non viene rivisitata.

Eccoci al senso profondo dell’etica ambientale: estendere in maniera ragionata, sensibile e responsabile il concetto di paziente morale a entità non umane.

Una volta che saremo capaci, davvero, di considerare i non-umani come pazienti morali delle nostre azioni allora una serie di mutamenti strutturali del nostro sistema culturale, politico ed economico seguiranno a cascata…

Tuttavia molte domande sorgono spontanee: è davvero necessaria un’etica che includa i non umani? E poi, che tipo di non-umani (ecosistemi, specie, singoli animali, la Terra, etc.)?  Come ci si dovrebbe comportare verso di essi? Sono tutti possibili portatori di diritti? E se sì, in che misura?

Tutte queste domande, e molte altre, rappresentano il terreno di lavoro di quella disciplina urgente e affascinante che chiamiamo etica ambientale.

 

Natan Feltrin