DESTINI NON UMANI – RARA

Wild Matters

Writer & Blogger

Ci troviamo, oggi, nel cuore della Sesta Estinzione di Massa in cui specie animali e vegetali lentamente scompaiono sotto il peso delle pratiche umane. Basti pensare che sul pianeta la biomassa animale è costituita per il 97-98% da animali umani e animali utilizzati e allevati a fini antropici (alcuni esempi: prodotti alimentari, animali domestici e abbigliamento).

Nel 3% rimanente vi sono quegli animali considerati “selvatici”, o “wild”. Purtroppo, però, questi animali sono tutt’altro che liberi dalle prese di posizione umane. Infatti, le loro vite e i loro corpi sono strumenti per le nostre politiche, le nostre pratiche (caccia, turismo) e le nostre economie. Questo accade così spesso che, anche in ambito scientifico, si è perso il punto più filosoficamente importante, un punto che è fondamentale chiarire per cercare di riscrivere il nostro ruolo all’interno del bios: la vita degli altri viventi non deve essere stabilita da agenti umani. Infatti, il loro diritto alla vita non può ridursi ad un compromesso tra vari agenti politici (stakeholders) ed etiche culturali. Inoltre, il loro valore può essere trovato in economie e concezioni utilitaristiche del vivente (come ad esempio si fa con i “servizi ecosistemici”).

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