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DOVREMMO ABOLIRE LA CACCIA?

 

Nonostante il fallimento del referendum per l’abolizione della caccia in Italia, occorre continuare a riflettere su questo topic data la sua valenza simbolica, etica ed ecologica.

In linea di massima la caccia è questo:

“La caccia è la pratica che consiste nel catturare o uccidere animali selvatici per l’approvvigionamento di cibo (cacciagione) o per altri fini non per forza alimentari: a scopo ricreativo, commerciale, per il procacciamento di pellicce e altre materie prime, o per il contenimento e gestione di una specie.

La caccia, inoltre, DEVE essere svolta secondo la legge e, dunque, previa il possesso di licenze e seguendo le direttive nazionali e locali.

Cosa cacciare, come cacciare, dove cacciare, quanto cacciare e quando cacciare dipende dalle regole vigenti, spesso frutto di una contrattazione e, dunque, non esclusivamente legate a ragioni ecologiche.

Il bracconaggio, invece, è una forma particolare di caccia che – per definizione – infrange la legge: “Il bracconaggio, noto anche come caccia di frodo e pesca di frodo, consiste nella caccia e nella pesca svolte in violazione delle normative vigenti.”

In questo articolo, molto brevemente, presenterò le ragioni per cui dovremmo rendere ogni pratica venatoria illegale in Italia e anche in altri paesi.

Ma prima alcuni dati utili:

  • Le licenze di caccia in Italia si aggirano intorno alle 700mila.
  • La caccia, in Italia, ha un indotto di più di due miliardi e mezzo.
  • Nel 1980 il 3% della popolazione italiana andava a caccia, oggi quel numero è diminuito drasticamente.

Quindi la caccia rappresenta un’attività abbastanza piccola, ma non insignificante…

Detto questo, quali sono le argomentazioni più usate dai suoi difensori?

Alcuni dicono che è una nobile pratica con profonde radici nelle tradizioni di molteplici comunità locali.

Dunque, dovremmo accettare la caccia solo in quanto pratica tradizionalmente riconosciuta?

Questo argomento più che debole è pernicioso e ingannevole, difatti se lo dovessimo applicare ad altri campi condurrebbe a un’infinità di affermazioni assurde.

Il fatto che qualcosa sia stato in uso per un lungo periodo non è indizio intrinseco della sua importanza, ma semmai è vero il contrario. La cultura umana cambia, “evolve”, oggi, ad esempio, le donne hanno diritto di voto e la schiavitù è illegale, ma non molto tempo addietro non era così…

Dovremmo, forse, mantenere l’uso di animali nei circhi o il cat calling solo perché siamo abituati a queste pratiche?

Decisamente no…

Le tradizioni sono fatte per essere sottoposte a critiche. Diffidate di tutto ciò che utilizza come maggior pretesto d’esistenza la propria tradizionalità o naturalità!

Un altro argomento pro caccia è il suo valore economico, più di due miliardi di euro, che non può qui essere negato.

Tuttavia, è questa cifra bastevole per giustificare una pratica che sul piano etico ed ecologico non pare difendibile?

Occorre ricordare che, soprattutto nell’economia moderna, è fenomeno comune la perdita di lavori tradizionali, in tempi brevi, a favore di nuove prospettive economiche. Questo è un fatto, al di là del bene e del male, che tocca le più diverse attività umane, pensa ai vari Blockbuster.

Dunque, non sarebbe più saggio anticipare la fine della caccia, da diversi decenni in calo, onde presentare alternative più serie per le necessità economiche di aree rurali e montane?

Magari, e dico “magari”, cominciando a spingere più seriamente verso un ecoturismo realmente sostenibile?

Terzo argomento pro-caccia: la carne più sostenibile. Su questo argomento ci sarebbe molto da dire.

Quale carne di cacciagione paragoniamo a quale carne d’allevamento?

I paragoni possono essere diversi e dare luogo a differenti risultati. In più, al contrario degli allevamenti, il costo ecologico della caccia non è così facile da quantificare.

Ad ogni modo, è difficile definire “sostenibile” un tipo di alimentazione – la selvaggina – che se fosse estesa a un più largo numero di persone causerebbe la totale scomparsa di fauna selvatica (ricordiamo che i vertebrati terrestri selvatici rappresentato solo il 3% della biomassa terrestre).

Inoltre, al di là dell’etica animale, il consumo di carne – ai suoi livelli attuali – è un problema ecologico, perciò dovremmo tutti avvicinarci a una dieta plant based (le ragioni le vedremo meglio in un prossimo articolo).

Questi tre argomenti, a mio avviso, sono i più solidi a favore dell’attività venatoria.

Eppure, come appena visto, sono estremamente inconsistenti.

Contro la caccia, invece, potremmo portare alcuni argomenti molto solidi:

  • Il fatto che contribuisce alla circolazione delle armi;
  • che i cacciatori sono stakeholder molto vocali e hanno un potere disproporzionato nella gestione ambientale e faunistica;
  • che la caccia causa incidenti – mortali e non – senza però essere indispensabile;
  • che contribuisce alla scomparsa di alcune specie cacciate – come l’allodola o la tortora selvatica;
  • che l’abitudine all’uccisione di animali con le “proprie mani” non è una virtù ma al contrario rinforza attitudini speciste;
  • che – diversamente da come dice qualcuno – il bracconaggio potrebbe essere più rintracciabile se non si confondesse con le attività venatorie legali;
  • che spari e cani da caccia possono disturbare persone e recare danno a proprietà…

Ognuno di questi punti meriterebbe specifiche riflessioni – esposte nella conferenza che potete ascoltare sul nostro sito – tuttavia vorrei che ci concentrassimo sull’aspetto etico.

È la caccia etica?

Qui non si deve confondere l’etica con il costume o con il pensiero della maggioranza. L’etica è una disciplina filosofica centrale per ogni decisione umana ed essa poggia su argomentazioni logiche ed evidenze empiriche.

Nel caso del rapporto con gli animali non-umani, in quanto “pazienti” etici delle nostre azioni, la rivoluzione è iniziata negli anni ’70 con Peter Singer e Tom Regan per dare vita a un’immensa mole di lavori volti a riconoscere il valore intrinseco delle vite animali, specialmente se con alti livelli di senzienza e capacità cognitive.

Sì, ci sono almeno cinquant’anni di ricerche sui diritti animali che dovrebbero essere prese maggiormente sul serio dai decisori politici e dalla società tutta.

Le pratiche umane, sono decisamente in ritardo rispetto alla nostra consapevolezza etica!

Qui non mi è assolutamente possibile riportare gli argomenti principali a sostegno di un diverso comportamento verso gli animali, perciò mi limiterò alla più banale costatazione – figlia dell’utilitarismo di Singer – che chi ha interesse a non soffrire e a non morire dovrebbe essere considerato in virtù di tale interesse.

Sto filosofeggiando troppo?

Chiedo venia, ma il punto è semplice: ammazzare, torturare e abusare di animali non umani non è etico e perciò, salvo ragioni valide, dovrebbe sempre essere evitato.

Se fosse possibile fare a meno della carne, tema che in futuro tratteremo, allora avremmo l’obbligo etico di non consumarla.

La corrida, ad esempio, è una pratica umana assolutamente non necessaria e, come tale, andrebbe immediatamente abolita.

E la caccia?

Come si colloca?

È crudele come pratica e certamente causa sofferenze a moltissimi animali, tuttavia può essere più utile della corrida….

Ma è davvero così?

Tolte le ragioni alimentari – è difficile dimostrare che la morte di animali selvatici sia necessariamente migliore di quella di animali domestici – vi è un bene superiore per il quale la caccia se non giusta dovrebbe quantomeno essere giustificata?

Qui i cacciatori, ed i loro sostenitori, si giocano il jolly: “la caccia è conservazione!”

Bello slogan, ma la realtà è ben più complicata. La caccia, dopo essere stata causa di estinzioni per migliaia di anni, in tempi molto recenti è diventata anche una delle prime ragioni per proteggere alcuni habitat e alcune specie (i primi parchi nazionali erano riserve di caccia di nobili, come il parco del Gran Paradiso). Ciò non implica che caccia e conservazione vadano a braccetto, semplicemente dobbiamo prendere atto che – spesso – è negli interessi di chi caccia avere animali da cacciare. Tuttavia, non sempre questo ha portato a buoni risultati: introduzione di specie aliene, allevamenti di animali per scopi venatori, modifica di habitat a favore di attività di caccia sono alcuni degli elementi anti-ecologici di questa pratica. Inoltre, se vogliamo essere schietti, nel 21° secolo non serve più andare in giro con un fucile per godersi la natura e riconnettersi ad essa e, da ultimo, attivarsi per tutelarla.

Vi è, però, ancora un punto da chiarire. La caccia, infatti, giustifica la sua ragion d’essere con il controllo di popolazioni di selvatici troppo numerose.

Facciamo finta un attimo che, come prima accennato, essa non sia anche responsabile per questi squilibri che vuole aggiustare (guarda al caso dei cinghiali in Italia o dei cervi rossi in Scozia).

Escludiamo anche l’ipotesi che molte di queste attività di pest control o population control siano davvero l’unica strada percorribile, è saggio che questa attività sia svolta da privati solo per il vantaggio della loro volontarietà?

Potrebbe sembrare idealistico lasciar fare tutta la gestione faunistica ad enti pubblici con personale competente e privo di interessi terzi. Tuttavia, sostituiresti la polizia di stato con delle ronde private? Io credo che farlo sarebbe folle.

Ipotizziamo, però, che volessimo avere dei volontari sul campo. In tal caso, dovremo seguire il modello delle ambulanze: ogni spedizione con volontari preparati deve essere seguita da una persona specializzata, nel caso della croce rossa un medico e nel caso della caccia selettiva un ecologo della forestale.

Per concludere, non ci sono ragioni per mantenere in vita una pratica crudele e obsoleta i cui vantaggi potrebbero essere potenziati e perfezionati attraverso modalità alternative.

In più, anche laddove necessario, da un punto di vista etico dovrebbe essere un ente pubblico e non un privato ad assumersi la responsabilità di togliere delle vite.

Natan Feltrin

 

Se vuoi avere una visione a 360° della questione caccia non perderti la conferenza che puoi trovare sulla nostra RewildAcademy.

 

 

 

 

Materiale di riferimento:

Questa bibliografia si concentra su etica ed ecologia, qui potete trovare materiale a favore ma anche contrario alle nostre tesi.

Etica animale ed etica della caccia:

Caffo L., 2013, Il maiale non fa la rivoluzione: Il nuovo manifesto per un antispecismo debole, Edizioni Sonda.

De Waal F., 2017. Are We Smart Enough to Know How Smart Animals Are?, W. W. Norton & Company.

Donaldson S., 2013. Zoopolis: A Political Theory of Animal Rights, Oxford University Press.

Feltrin N., 2017, Mangeresti un vegano? Verso un orizzonte biocentrico, goWare.

Jones M. A., 2012. A Quiet Place of Violence: Hunting and Ethics in the Missouri River Breaks, Bangtail Press.

Kowalsky N., 2010. Hunting – Philosophy for Everyone: In Search of the Wild Life, Wiley-Blackwell.

Marchesini R., 2014. Contro i diritti degli animali? Proposta per un antispecismo postumanista, Edizioni Sonda.

Regan T., 2004. The Case for Animal Rights, University of California Press.

Safina C., 2016. Beyond Words: What Animals Think and Feel, Picador.

Singer P., 2009. Animal Liberation: The Definitive Classic of the Animal Movement, Harper Perennial Modern Classics.

Singer P., 2011. The Expanding Circle: Ethics, Evolution, and Moral Progress, Princeton University Press.

Singer P., 2020. Why Vegan?: Eating Ethically, Liveright.

https://www.ualberta.ca/arts/media-library/people/nek/f48cc2e8425a47b88983e8f6c693c0d7/kowalskyradicalalbertans2014.pdf

 

Etica della conservazione ed estinzione:

Andreozzi M., 2015. Le Sfide dell’Etica Ambientale. Possibilità e Validità delle Teorie Morali non-antropocentriche, ‎LED – Edizioni Universitarie di Lettere Economia e Diritto – Sezione Universitaria.

Bekoff M., 2013. Ignoring Nature No More: The Case for Compassionate Conservation, University of Chicago Press.

Dawson A., 2016. Extinction: A Radical History, OR Books.

Horta O., 2014. Una morale per tutti gli animali. Al di là dell’ecologia, Eterotopie.

Rose D. B. et al., 2017. Extinction Studies: Stories of Time, Death, and Generations, Columbia University Press.

Van Dooren T., 2016. Flight Ways: Life and Loss at the Edge of Extinction. Columbia University Press.

Wilson E. O., 2017. Half-Earth, Liveright.

https://www.thefreelibrary.com/The+anguish+of+wildlife+ethics.-a0319229169

https://link.springer.com/article/10.1007/s11673-013-9447-6

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S000632071630218X

Estinzione, Caccia e altri dati:

https://www.parchilazio.it/castelliromani-schede-7536-il_parere_dell_ispra_in_merito_alla_caccia_in_braccata_al_cinghiale

http://www.lipu.it/che-cose-la-caccia

https://wilderness-society.org/the-dilemma-of-the-deer-cull-in-scotland/

http://www.lipu.it/no-caccia-allodola

https://www.oipa.org/italia/bracconaggio/

https://www.vittimedellacaccia.org/dossier-vittime-caccia-2021-2022-avc-bollettino/

https://www.vittimedellacaccia.org/

https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2021/03/04/caccia-avc-14-morti-e-48-feriti-nella-stagione-2020-2021_5dff22cd-3b1c-468b-8194-49f27c9dff3d.html

https://www.vittimedellacaccia.org/referendum-caccia-2021-perche-avc-e-contraria/

https://www.wwf.it/pandanews/societa/politica/ispra-la-caccia-in-braccata-non-risolve-il-problema-dei-cinghiali/

https://www.cacciamagazine.it/i-numeri-del-settore-caccia-in-italia/