WILDMATTERS – CHI SIAMO?

Wild Matters

Writer & Blogger

Rewilder, ecologi e scrittori

 

Gli umani sono esseri ecologici, animali nudi immersi in un cosmo vivente, animali fragili il cui destino è legato al destino di ogni altro vivente.

WildMatters, un progetto in cui Eleonora Vecchi e Natan Feltrin fanno team, non è altro che il tentativo di rappresentare – tramite la scrittura, la fotografia e le pratiche – la possibilità di una vita che si armonizza con la comunità ecologica circostante.

Il terreno di partenza di WildMatters è spirituale: la necessità di una vita più soddisfacente e non soffocata dalla routine del produrre per guadagnare e del guadagnare per spendere.

In altre parole, al cuore del progetto vi è la ricerca della felicità in un mondo sconvolto da una crisi ecologica, economica e politica.

Una felicità vera, solo se condivisa con tutte le altre specie.

 

 

A dare sostanza a questo slancio emotivo vi è un background accademico in Etica Ambientale ed Ecologia della Conservazione, nonché la partecipazione ad innumerevoli progetti ecologici in tutta Europa – dalla Galizia al Sud della Finlandia.

Così, durante uno dei tanti viaggi post-laurea, nel febbraio 2018 WildMatters è nata come pagina Instagram, Facebook e YouTube per raccontare il viaggio di due giovani ambientalisti attraverso il vecchio continente e, soprattutto, attraverso le sfide del presente.

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La pagina è stata una forma di lunga riflessione condivisa con un pubblico e ha fatto da filo rosso per diverse iniziative collaterali quali articoli, libri e brevi documentari. Oggi, a distanza di due anni, WildMatters mira a evolvere in differenti direzioni: in una scuola di rewilding ecologico e personale, in un blog dedicato all’ecologia e, forse, in una associazione volta a promuovere il rewilding ecologico per un futuro più selvaggio e prospero.

Tante cose si potrebbero dire di questo progetto, ma per coglierne la nota di cuore la cosa più semplice è brevemente menzionare gli otto principi che sin qui hanno caratterizzato questa esperienza.

1 – Ecocentrismo: Gli umani sono parte di una trama composta da innumerevoli attori e prospettive, il loro punto di vista conta quanto ogni altro punto di vista. Di conseguenza la nostra vita deve essere orientata dalla consapevolezza dei nostri limiti conoscitivi e morali.

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2 – Rewilding: Sia la vita umana che gli ecosistemi mondiali devono liberarsi dalla domesticazione sviluppatasi attraverso millenni. Il camminare scalzi per risvegliare i propri sensi e il reintrodurre i lupi in una regione dove li abbiamo estinti, per esempio, sono due aspetti di una medesima necessità di rendere questo mondo più selvaggio/libero.

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3 – Bio-proporzionalità: In un mondo di quasi 8 miliardi di esseri umani occorre domandarsi con che coraggio affermiamo che popolazioni di altre specie siano troppe. Troppi orsi? Troppi lupi? Troppi cervi? Troppi scoiattoli? È tempo di lasciare spazio agli altri viventi decidendo per famiglie umane meno numerose nel rispetto del diritto alla procreazione delle altre creature.

4 – Essere una preda: Sino a quando non capiremo che anche noi siamo parte del cerchio della vita e che, occasionalmente, alcuni animali possono pensarci come cibo allora non potremo mai dire di aver compreso l’ecologia. La nostra psicologia è stata plasmata da millenni di predazione, ma ora che siamo armati di potentissimi strumenti di distruzione la compassione, e non la paura, deve guidare le nostre azioni anche verso i nostri fratelli con zanne e artigli.

5 – Animalità: Come ogni animale mangiare, riposare, accoppiarci e giocare sono delle priorità etologiche. La società moderna con i suoi vizi superflui e la morale tradizionale hanno tentato di negare la nostra appartenenza al mondo animale, ma una volta nudi in natura riscopriamo il nostro essere fragili, umili e vivi. Per tale ragione, il naturismo e lo scalziamo possono avere un effetto terapeutico su di noi animali sovra-agghindati.

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6 – Ozio creativo: Una vita spesa a lavorare – specialmente condizioni non desiderabili o stimolanti – non è una vita degna di essere vissuta. Nell’Ottocento si teorizzava la settimana di quaranta ore lavorative e due secoli dopo, nonostante tecnologie molto più efficienti, siamo ancora schiavi del lavoro full-time. Noi sosteniamo l’idea che per poter esseri lavoratori, cittadini e umani consapevoli serva più tempo dedicato a sperimentare, imparare, esplorare ed essere creativi. Perciò ci siamo fatti avvocati del reddito di base universale e della settimana lavorativa ridotta.

7 – Amore libero: Gelosia, possesso, castità e pudore sono concetti abusati che tendono a soffocare la polimorfia e la spontaneità delle relazioni umani. Perciò, senza abolire la monogamia, suggeriamo innumerevoli alternative attraverso le quali vivere la propria sessualità ed emotività. Il poliamore è una strada, ma ve ne sono altre e scoprirle è parte di un processo di riconnessione alla propria animalità. Ovviamente, anche se non dovrebbe servire esplicitarlo, le scelte sessuali devono essere assolutamente libere dai giudizi morali laddove non violino gli altrui diritti.

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8 – Libertà di spostamento: Homo sapiens o Homo movens? Migrare è una caratteristica primaria della nostra instabile specie. Così, noi siamo contro qualunque muro o frontiera poiché i problemi del presente non potranno mai essere risolti su scala regionale o nazionali, ma necessitano cooperazione globale. Come lupi in dispersione per l’Europa disprezziamo la politica dei confini e favoriamo una geografia della speranza che sia basata sulla bio-proporzionalità fra specie e sulla cooperazione.

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Questi concetti, qui ridotti ai minimi termini, vedranno presto espressione più articolata in un libro dedicato alla filosofia di WildMatters. Questa estate 2020 vedrà in tale testo la sintesi di due anni di viaggi nei quali abbiamo sperimentato sulla nostra pelle il valore di ognuno di questi principi.

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