DNBlog – Day 10 – De Rerum Natura

Debitum Naturae

Writer & Blogger

È dalla prima liceo che aspetto di poter intitolare un mio lavoro così e finalmente ci sono riuscito, posso lasciare questo mondo terreno in pace.

Oggi sicuramente il post rispetto agli standard arriverà un attimo più tardi (anche se non ho mai stabilito un orario preciso) sia perché le cose da dire sono tante e sia perché lo ammetto ho fatto una lauta colazione di lavoro con i Wild Matters che cadono a fagiolo visto che si parlerà anche di loro.

Cerchiamo di fare un po’ di ordine che qua stiamo per discettare di massimi sistemi. Do per assodato che tu abbia letto il post di ieri altrimenti dovrei ripetere tutto da capo. Sono stato disonesto: ho detto che l’Arte sia stato il principale sollievo al mio perenne stato di insoddisfazione e frustrazione; è vero solo in parte, è stato uno dei principali, e sicuramente, seppur di poco, secondo alla mia vera salvatrice: La Natura (e non scrivo “madre” natura anche se ci stava stilisticamente bene per un motivo ben preciso).

Le foto qui sotto sono una frazione infinitesima dell’album “viaggi” che definirei più esplorazioni che viaggi (fatico a descrivere la frenesia, anche nelle giornate in cui sono più esausto che mi spinge qualche passo più in là in ogni sentiero, anche il più sconosciuto o di girare “almeno ancora un angolo”). Forse ancora più di ieri sento pressante il rischio di scadere nel banale, alla fine quanto è “mainstream” la fuga nel bosco e in natura? Alla fine chi, anche tra i più beceri minus habens, dice “a me la natura fa schifo” o (anche solo per moda) non incensa il rifugiarsi lontano da tutto per una vita sana e selvaggia?

Ecco allora vediamo di mettere qualche punto fermo.

Collegandomi a ieri. Da un punto di vista prettamente soggettivo al di là della bellezza di questo o quel paesaggio per la natura, ancora più dell’arte e in modo più completo e “orizzontale”, il mondo naturale ha sempre esulato dal mio giudizio critico. Quello scorcio montano, quella spiaggia, quell’albero e quel bosco erano esattamente come dovevano essere. Chi sono io per lamentarmi di quella pietra, quell’ansa, quel ramo?

Insomma, dai, almeno quello, di fronte all’immensità della natura anche il mio ego delirante si placava. E questo porta agli altri due punti che sono salienti per questo articolo e in realtà per tutto quello che facciamo.

Debitum Naturae. Innanzitutto, aneddoto (che finalmente viene messo nero su bianco e non solo citato in live). I primi tempi di questo progetto, già conoscevo Stefano Gelao e il suo bellissimo (e dal bellissimo nome) progetto Scritto a Mano – Scriptorium Amanuense e un giorno, ad una fiera, Stefano mi chiama da parte e mi dice quanto segue.

“Grim, il progetto è bello, si sta sviluppando bene ma permettimi di farti un’osservazione. Il nome è inascoltabile. È difficile da pronunciare. È cacofonico. Richiama il concetto di Debito che non è particolarmente bello. Non pensi sia il caso, adesso che sei ancora agli inizi e sei in tempo, di cercare qualcosa di più accattivante?”

Al che io da persona ragionevole e aperta dalle critiche quale sono ho risposto con un morigerato

“Ma nun me rompere er cazz. Progetto mio, nome mio la gente si adegua vaffanc*l* laggente. Avrò ragione io”

E alla fine eccomi qui trionfante con un nome che è diventato un marchio e che nel corso del tempo ha acquisito anche sostanzialmente gli aspetti che volevo grazie al lavoro instancabile di Natan Andrea Feltrin e Eleonora Vecchi.

Intanto “Debitum Naturae” (letteralmente “Debito nei confronti della Natura”) come omaggio sia generale che nostro, nello specifico per i nostri processi produttivi nei confronti del mondo che ci ospita. Ma in modo prettamente pragmatico eh. Niente wiccacose o spiritualaggini varie. Noi viviamo per merito del credito (incondizionato e prodigo) dell’ambiente nei nostri confronti e noi, collettivo, lavoriamo prendendo materia dall’ambiente, spesso sottraendolo ad un normale ciclo. Dell’Etica più nello specifico del nostro lavoro, indovina un po’, ne parlo in un prossimo post (sono ad un terzo. UN TERZO… mancano 20 post. Non so se posso farcela. Aiuto).

Ma vivere questo concetto, testimoniarlo con le nostre opere, scriverlo in pagina non mi pareva abbastanza ed è così che il lato artistico del collettivo un po’ alla volta si è intrecciato con l’aspetto divulgativo ed ecologico costituito da Wild Matters. Ai simpaticoni che dicono sia una svolta dell’ultimo momento per fare una specie di green washing suggerisco di fare un paio di ricerche sul tubo, con un po’ di fortuna potrà vedere dei giovanissimi e orrendi e impacciati e ridicoli Nat e Grim che parlano di ecologia, etica, etc.

È nata così la Rewild Academy (vorrei tanto mettere il link ma già così ormai Zucchi ha deciso che un post al giorno e niente euro è brutto e quindi mi sta massacrando quindi se DAVVERO non lo conosci me lo chiedi, se invece lo conosci prendi l’abitudine di farci un salto ogni tanto perché assolutamente promuoviamo solo una frazione di quello che creiamo) che si occupa di dare voce a tutta la FILOSOFIA che già era alle spalle di Debitum. Nel primo libro che abbiamo sfornato infatti Into the (Re)Wild (questo addirittura lo trovi su quell’altra grande piattaforma, quella del grande B, no non Berlusconi l’altro, pelato, che spedisce tantissime cose) tra i vari passaggi fondamentali ce ne è uno che finirò per tatuarmi. Parafraso: la Natura non è una Madre (buona, accondiscendente, generosa) non è neppure una Matrigna (nemica da domare) e tantomeno una risorsa impersonale è.… un’AMANTE.

Davvero, quel libro andrebbe comprato anche solo per quel passaggio. È un’intuizione MERAVIGLIOSA che finalmente tira i fili del post di oggi e quello di ieri.

Di che parlavo ieri? Di amore.

Di che parlo oggi? Di amore.

E non è banale. Amore, nel senso più pieno del termine implica cose ben precise e non l’amore philia, parentale, ma un amore agape, basato sul principio e un amore eros passionale.

Sì, senza rievocare d’annunziane imbarazzanti memorie la Natura per la nostra filosofia è una PARTNER e quindi l’amore nei suoi confronti (patetico il modo in cui alcuni hanno deriso questa concezione in passato per delegittimarci, così en passant mi andava di sottolinearlo) ha caratteristiche ben precise.

Nel libro lo spiega (e anche se siamo estremamente concentrati su Orme Selvagge adesso, se ancora non hai Into the Rewild dovresti informarti, davvero) una partner ha necessità, bisogni, richieste. Adoro come si collegano tutti i post (o capitoli del libro eheh)… immagina di applicare tutti i principi sul creare rete aggiungendo ai nodi della rete… il pianeta. Bon. Fatto. Hai la nostra idea ecologica.

Rispetto. Educazione. Superamento delle difficoltà. Gratitudine.

C’è tutto.

La Natura, i viventi non umani, tutti, animali non umani, funghi e vegetali. L’ambiente stesso. L’ Oikos (la casa, da questo termine greco deriva il termine ecologia) nel suo insieme MERITA e HA BISOGNO di tutte le attenzioni del componente più importante della nostra “Tribù”. Fare diversamente è fare i conti senza l’oste.

E appreso questo nodo centrale tutto viene da sé. Cambieresti la tua alimentazione se facesse estremamente danno al o alla tua partner? Tortureresti o sfrutteresti all’inverosimile una persona che ami? Faresti spallucce pensando che se ha una malattia grave in qualche modo le passerà? Se ti prestasse strumenti o denaro non ti sentiresti in debito? Se fosse una persona straordinaria non ne parleresti bene con tutti?

E potrei andare avanti all’infinito. Alla base di Debitum Naturae, insomma, ci sono due valori enormi, Arte e Natura e l’amore profondo per essi.

Capisci adesso perché siamo una realtà MAGNIFICA (e soprattutto modesta?) e perché ci dedichiamo in modo così intenso, profondo e viscerale a quello che facciamo?

La domanda di oggi è terribile.

Che tipo di amante sei per la natura? Onestə.

Nota: l’intensità dei programmi dei prossimi giorni mi rende impossibile scrivere il post la mattina prima di muovermi (domani dovrei mettermi alle 6 del mattino senza sapere se davvero avrei tempo sufficiente) quindi posso fare in due modi: fare una pausa (tre giorni, riprenderemmo domenica) cosa che magari fa bene anche all’algoritmo oppure e cambiare modus “preparandolo prima” che darebbe continuità ma in un certo senso COMUNQUE sarebbe leggermente diverso come natura. Domanda Bonus, secondo te pausa o cambio modus?

P.s E oggi per uno scherzo del destino scopro che mio cognato ha ordito per abbattere una delle due querce secolari nel mio giardino. Tutto fatto e senza appello. Nat ed Ele mi hanno visto (per la prima volta nella loro vita) piangere a dirotto. Diranno loro, se hanno voglia, cosa hanno sentito. Per fortuna Magda era in live. Io ne parlerò.

RISPOSTE:

Sono stato un amante distante, poco attento alle esigenze e a tutti i segnali che ogni giorno mi inviava, ho probabilmente solo preteso da questa relazione e mai dato; ma ora mi sto rendendo sempre più conto di come dovrei comportarmi e che tutto è un do ut des meraviglioso e continuo, mi sono riavvicinato molto a questa mia partner e anche se so che sono l’individuo più distante possibile dalla perfezione sto migliorando e la cosa mi fa stare meglio giorno dopo giorno.

Prima di tutto rispondo alla domanda bonus:

Pausa, per l’algoritmo, per voi, ma soprattutto per noi, per darci tempo di digerire, di inglobare, di assimilare i post precedenti. MA SOPRATTUTO DI FARLI RECUPERARE AI RITARDATARI!

Sono un amante costantemente in debito, faccio del mio meglio, ma mi sento sempre in debito. Ho fatto donazioni quando possibile, inquinato il meno possibile, non acquisto da allevamenti intensivi, non uso plastica se posso evitarlo. Cerco di consigliare gli altri su come evitare spreco e inquinamento. Tuttavia, non è sufficiente, sento sempre di essere in debito. La natura ha riempito di meraviglia la mia vita, mi ha insegnato la quiete e la forza. Il fluire ed il divenire. Tutti specchi della ricerca marziale. Mi dà la cura per i mali che affliggono il corpo ed il cuore e non chiede mai nulla in compenso.

Sono un amante della natura? Forse non tanto quanto dovrei, ma di sicuro l’amore per essa è predominante nella mia vita.

La natura è sempre lì, a braccia aperte, è più di quanto si possa dire di qualsiasi altra relazione. Forse solo la morte ha la stessa costanza nell’accogliere.

Vorrei citare un brano del libro Oceanomare di A. Baricco

“Il mondo di fuori è sempre là. Puoi fare qualsiasi cosa ma stai certo che te lo ritrovi al suo posto, sempre. C’è da non crederci, ma è così.”

Credo sia questo il più grande debito che non si possa colmare. Per quanto la si massacri e violenti, lei resta lì. Non esiste atto di amore più grande, anche se, alle volte, vorrei fosse un po’ più spietata.

Sono un amante immeritevole, negare la verità non la fa sparire. Anche se fa male sentirlo, la verità ha sempre ragione e nulla è più vero della natura e della natura di cose o persone. Il mondo se l’è cavata bene prima di me, se la caverà altrettanto bene dopo di me, vorrei solo lasciargli un bel ricordo di noi, per quanto possibile.

Come partner della Natura mi definirei, attenta nei suoi bisogni ma devo migliorare.

Mi rendo conto di alcuni dei suoi bisogni (magari non tutti tutti) e rispetto a molte persone che conosco, sto facendo molto di più… ma non basta. Dovrei stare più dietro alle mancanze che ho nei suoi confronti.

Per quanto poi mi impegno, nel mio piccolo so’ bene di fare, ma sono insoddisfatta… e per questo cerco di migliorare ogni giorno.

Dai piccoli gesti quale “non buttare le cose in giro”, a quelli interni dove cerco di far fare solo cose ecosostenibili in azienda etc.. MA, posso fare di più per lei.

Questo mi sprona a fare perché mi rendo conto ogni giorno di più di quanto mi piaccia stare a contatto con lei…

p.s. direi che ti aspettiamo fra tre giorni con i post, è bello che scrivi di getto e concettualmente è più fedele a quello fatto fino ad ora, forse…?