DNBlog – Day 13 – Elogio del Fallimento

Debitum Naturae

Writer & Blogger

Ho fallito così tante volte da aver perso il conto. Ho avuto idee per progetti (non artigianali) che sembravano miracolose e si sono rivelate un flop infinito. Ho pensato, progettato e poi creato oggetti di una bruttezza inversamente proporzionale a quanto belli li avessi pensati. Ho creduto in persone rivelatesi sole pazzesche. Ho rovinato io, colpevolmente e senza appello, il rapporto con altre persone che mi volevano bene invece. Ho sbagliato i conti e creato debiti. Ho abbandonato chi non se lo meritava. Ho ferito innocenti. Ho sprecato tempo, risorse, energie, affetti e occasioni.

Ho calcolato male i tempi. Ho fatto acquisti incauti o inutili. Ho sbagliato a scegliere i colori. Ho firmato contratti sbagliati. Ho bruciato piatti squisiti. Ho commesso atti incivili e riprovevoli. Ho procrastinato a volte così tanto da “perdere il treno”. Sono stato irascibile e violento. Sono stato freddo e scostante. Sono stato permaloso e polemico. Sono stato esigente e intransigente.

Ho accampato scuse, cercato di fuggire da colpe o cercato di fare scarica barile. Ho mentito anche se quasi sempre per vergogna o dissimulazione. Ho volutamente evitato di fare azioni buone che avrei potuto compiere.

Ma sono felice di due cose.

La prima è che sono certo di aver asciugato più lacrime di quelle che ho fatto sgorgare, donato più di ciò che ho preso, creato più di ciò che ho distrutto, sanato più di quello che ho ferito.

La seconda è forse ancora più importante (perché ci sta che mi si obietti che la vita non è mica un karma a punti da gdr): ho IMPARATO da ciascuno di questi fallimenti.

Se mi si chiede quale sia il mio più grande pregio rispondo con “Sono il Pellegrino” (in pratica la stessa risposta che ho dato al primo post eheh) e intendo proprio che sono in viaggio, in cammino. Sono pronto a fronteggiare chiunque provi a dire che oggi non sono un uomo migliore di ieri e ad affermare che domani lo sarò più di oggi. Non ho MAI fatto nemmeno mezzo passo indietro. Sempre un, magari impalpabile, passo avanti, e vi dirò, per una volta faccio un nome solo, se sono così affine a Magda Brustolin perché anche lei è così (un po’ tutti in tribù e vicinanze ma lei in particolar modo) e credo sia una delle caratteristiche più belle che un essere umano possa avere.

Certo. Ottenere successi e miglioramenti senza dover analizzare e metabolizzare madornali errori è più leggero e rilassante ma sono abbastanza convinto che non ci sia assolutamente nulla come sbagliare per migliorarsi. Vado oltre il “sbagliando si impara”. È proprio come dice il titolo un “Elogio del Fallimento”.

Fallisci.

Fallisci miseramente! (a qualcuno riesce più facilmente di altri *cof cof*)

Poi mettiti li, carta, penna, microscopio e reagenti a capire cosa è successo e perché.

SE C’È MODO E NECESSITÀ CHIEDI SCUSA, ANCHE PIÙ VOLTE (e sì, è difficile, e sì, può non bastare se ci sono persone che hanno sofferto o soffrono delle conseguenze).

Scopri come e dove potevi evitare di fare quegli errori e cosa puoi imparare per il futuro. Io sono ormai così addentro questo meccanismo che come dico spesso in live (tutti i giorni alle 14 sul sitarello violetto, chiedete maggiori info se vi eravate persi questa migrazione) ho quasi un masochistico piacere nell’apprendere che ho sbagliato. È un immediato mix di “oh no! ” o di “yeeeh oggi piazziamo un altro tassello del mosaico”.

I miei errori sono le tessere con cui realizzo il mosaico della mia esistenza.

Come si fanno le tessere dei mosaici? True story: dando martellate alle piastrelle poggiandole su appositi cunei.

Quindi più roba rompi, più tessere hai, più bello è il mosaico.

Ma se quando rompi qualcosa butti via tutto per rabbia/ paura/ vergogna/orgoglio/pigrizia non ti rimane niente se non una piastrella rotta.

Oh, sia chiaro. Non va rotto più del necessario né serve riempirsi di tessere se poi non si compone mai nulla ma… insomma è chiaro credo, no? Quando hai appena per sbaglio tirato una mazzata a qualcosa e lo hai spaccato (un rapporto, te stessa, un progetto, un* partner, una propria passione, la propria autostima, la propria libido, le proprie aspirazioni, un progetto, un’idea, e così via all’infinito) inutile incazzarsi o buttare via tutto. Si guarda il risultato, si trovano le tessere più belle e utili e si torna a comporre la propria vita.

Boh, francamente in questi post mi sembra di scrivere delle banalità eppure la vostra risposta è sempre così calda che nonostante la fatica (avrei voluto dormire almeno 5 ore fa, sto morendo) sto procedendo a spron battuto e siamo quasi a metà dell’opera.

Quale è stato l’errore da cui hai imparato di più nella tua vita? Salvo che tu sia perfetto o perfetta ovviamente, tutto può essere.

p.s l’immagine è perché sì… e se andate sul sito quello che inizia con la A e cercate “afterlife maglietta” o “ars macabra maglietta” trovate questa cosa e un sacco di altre bellissime. E sì, il mio talento migliore in realtà è trovare nuovi modi per auto sponsorizzarmi.

RISPOSTE:

Penso di essere la persona più lontana dalla perfezione, sotto molti aspetti, e di aver fatto tantissimi errori e di continuare ogni giorno a farne di nuovi. Non so quale sia quello in cui ho appreso di più perché sono tutti gli errori insieme che mi hanno portato qui, la somma perfetta di ogni fallimento, ogni frustrazione e ogni insegnamento ricevuto mi hanno reso ciò che sono oggi; e quindi ti dico, con il senno di poi, rifarei tutto perché oggi sento di essere sulla buona strada per essere realmente ciò che sono.

Di errori ne ho fatti una marea, ma se ci rifletto bene sono nati quasi tutti da un unico grande errore: non fidarmi abbastanza di me stessa.

Quindi direi che l’errore più grande è questo, che poi mi porta a commettere altri mille errori.

Il peggiore? Davvero non saprei. Ne ho commessi tanti, incluso perseverare nell’errore. Credere di dover star male per dimostrare l’amore, entrare in competizioni sterili solo per la necessità di ricevere un elogio da persone sbagliate, crogiolarsi nell’auto-commiserazione invece di rimboccarmi le maniche, ascoltare i detrattori, usare e farmi usare, insistere in rapporti tossici o esserne la causa. Sono davvero troppi gli errori commessi, posso dire però – con un sorriso ingenuo- mai con malizia, mai per la volontà di ferire il prossimo. Tuttavia, sappiamo quali strade lastricano. Forse però, a ben vedere, ho trovato il peggiore: ho dato retta all’ego, promuovendo la paura e tutto quel che ne consegue, non ultimi orgoglio, rabbia ed ogni sorta di veleno. Ho giudicato quando avrei dovuto aiutare, ho tentato di salvare chi non voleva essere salvato, ho trattenuto quando avrei dovuto lasciar andare. L’aver creduto per anni di aver necessità del perdono altrui piuttosto che del mio ha rallentato il processo di guarigione, ora forse sono sulla buona strada.

Il mio peggiore fallimento, dunque, è stato impedirmi d’essere me stesso, intrappolarmi in una prigione di ego della quale avevo la chiave.

Non mi sono ascoltato per anni, questo ha ferito me e persone “innocenti” intorno a me.

Forse non posso dire di aver asciugato più lacrime di quelle che ho fatto versare, ma posso dire che nessuna lacrima versata a causa mia mi sia mai stata indifferente. Questo posso dirlo.

Non vergognarti degli errori, rendendoli così dei crimini.”

Confucio.