DNBlog – Day 8 – La Risorse più Preziosa

Debitum Naturae

Writer & Blogger

Un aneddoto/riflessione che mi è rimasto impresso da una delle figure fondamentali della mia esistenza (che nessuna ha praticamente mai sentito nominare perché rimane ammantata di mistero) recitava più o meno così:

Qual è la risorsa più importante della tua esistenza?

Ovviamente veniva da rispondere soldi, salute, affetti etc. etc.

Dopo un paio di tentativi “sbagliati” e una bella pausa teatrale arrivava la rivelazione:

IL TEMPO

Ne abbiamo solo una data quantità che non ci è dato conoscere (oggettivamente aldilà di predestinazione o altro). E può infatti interrompersi senza preavviso (vai a guardare qualche commento nel post sulla morte qualche giorno fa). Quella quantità è in continua diminuzione indipendentemente da come la spendiamo. È necessaria per qualunque attività. È facilissimo sprecarla. Paradossalmente meglio lo si spende e più rapidamente scorre e infine tutti questi processi avvengono senza che ne siamo consapevoli per la maggior parte dei casi.

Tanto illuminante quanto angosciante.

E infatti ripropongo come “sponsor” del post di oggi un pezzo già visto in precedenza, dedicandoci qualche momento in più e sfruttando il bellissimo reel realizzato da Ars Macabra: “Tempus Fugit”.

Tanti che lo hanno visto mi hanno obiettato che sarebbe stato più bello se la clessidra fosse stata utilizzabile. Eh, certo. Ma non deve essere più bello e no, la sabbia non torna indietro, è troppo tardi ormai. Più per fortuna che per altro, lo scheletro del ratto (il vecchissimo animale da compagnia di una nostra cliente) aveva dimensioni adatte a comporlo come desideravo. Riesce ad abbracciare la clessidra ma dando chiaramente la percezione di quanto sia troppo grande per lui. Infine, con un pizzico di sindrome dell’impostore dico che “per culo” sono riuscito a rendere altri due elementi.

La clessidra non è verticale sulla base di bronzo ma è in bilico, instabile da un punto di vista, ma anche in una posizione tale da concedere alla sabbia di scendere meno velocemente, quindi il tempo è fuggito per responsabilità sua, nostra, non in modo inevitabile.

Ma soprattutto per qualche arcana magia sono riuscito a dare “un’espressione ” al cranio. Guardalo bene. Trasmette tutta l’angoscia, lo stupore, la rabbia per l’ultimo granello di sabbia nera che si è posato nell’ampolla inferiore.

Lo ho già detto, lo ripeto. In assoluto il pezzo più “potente” che mi sia mai uscito dalle mani e uso questa formula perché davvero me ne sento autore solo in parte.

Ed è PERFETTO per il discorso di oggi.

Tenendo presenti le caratteristiche di cui parlavo prima che se po’ fa? A parte fare un mutuo per acquistare l’opera più figa del mondo dell’arte macabra che si vede qui sotto intendo, ovviamente.

Come al solito, punti, schematicamente vado meglio:

1. Esserne consapevoli. Già quello secondo me cambia il modo di intendere la vita. È come improvvisamente accorgersi che le cose non sono gratis e si spendono soldi per averle. Ci si inizia a chiedersi il con chi, come e perché delle nostre spese.

2. Come si spende. Il corso Reconnection (secondo sponsor lol) parla chiaramente di non sacrificare la propria esistenza per fare ad esempio un lavoro che non amiamo. Del rapporto arte/lavoro sicuramente parlerò in un prossimo post. Intanto ovviamente nessuno dice di andare sotto ad un ponte ma almeno controllare che non si sia triturati nel meccanismo produttivo e controllare se non si possa a costo di qualche piccolo sacrificio riprendersi parte di quella risorsa sì. Conosco moltissime persone che fanno fatica persino a prendersi un giorno di ferie. Dai. E poi il tempo che si riesce già ad avere libero o che ci si conquista va speso VIVENDO e anche qui approfondiremo in un post apposito.

3. Con chi si spende. E torna un po’ il discorso degli ultimi due post. Va bene anche da soli eh (vedi anche prossimo punto) ma in generale va controllato chi sono i nostri compagni di viaggio. Tante, troppe volte, vedo persone costringersi a momenti di socialità per puro senso del dovere. Ma mi spieghi il senso di “fare un aperitivo con” o “la cena con il parente x” se poi per tutto il tempo che passi lì non vedi l’ora di fuggire? Ma meglio grattare via un po’ di stucco ipocrita, risultare antipatici e spendere meglio questa insostituibile risorsa no? Liberarsi di chi ci fa perdere tempo è SACROSANTO. Credo non ci sia offesa e ferita peggiore che approfittare di o divorare il tempo di qualcuno. Anche personalmente, se qualcuno lo fa, è uno dei casi in cui mi sale più facilmente lo sterminio.

4. Rallentare. Si lo so se qualcuno mi conosce fa un po’ ridere ma in realtà ci sto lavorando da un bel po’ e sono molto migliorato, posso portare testimoni. Quindi in realtà proprio perché so di cosa si parla ci spendo due parole. Va bene cercare di vivere appieno ma se deve trasformarsi in ipercinetica frenesia allora non ha senso. Sempre la persona che citavo all’inizio mi diceva (anche più di una volta vista la mia refrattarietà a questo concetto) “Devi prenderti del tempo PURE PER ROMPERTI IL CAZZO” (immaginalo detto con l’accento romanaccio. Lo adoravo). Quando ho iniziato a riuscire ad applicarlo è stata una rivoluzione. Non dico meditare nel silenzio della foresta o fissare il muro (anche se può aiutare eh, a volte meglio davvero spendere il tempo a non fare nulla, nemmeno di rilassante, quanto meno prova, è sicuramente un esperienza) ma spender il tempo, di tanto in tanto, in modo placido, lento senza un fine o una scadenza precisa è una delle cose più salutari che ho imparato negli ultimi anni. Prova.

5. Gratitudine. Oh no, ancora! Ebbene sì, è un concetto strettamente correlato anche se non riguarda il modo in cui lo spendiamo noi ma come lo spendono le persone a noi vicine. Se il tempo è una risorsa così rara e importante. Se il modo in cui lo si investe è così fondamentale. Fermarsi un attimo e chiedersi come la persona vicina a noi o un pubblico o il gestore di una pagina (cof cof) lo spende può aprire gli occhi su moltissimi fattori. Ovviamente il grande Z sta già rendendo meno visibili i post (già otto senza sponsorizzarli, non scherziamo eh) ma comunque la partecipazione resta alta e io ho notato come alcune risposte siano pure lunghe o articolate o come chi, arrivato in ritardo, si dedichi con impegno a recuperare i post precedenti. Questo è oro, più che oro. Se qualcuno spende alcune delle sue preziose “monete” temporali per dedicarsi a noi in qualche modo c’è da esserne estremamente grati. Sono quasi più grato ed emozionato del vedere con che assiduità segui qui che non se ti comprassi tutta la Academy (no non è vero, va su quella cazzo di Academy e comprati almeno una conferenza, ogni acquisto fatto un post in più oltre il trentesimo giorno… una blog maratona lol). Scherzi a parte anche solo pochi attimi in una giornata sono qualcosa di incredibile. Ed è quello (scusa se faccio l’oste che parla del proprio vino) che dovresti considerare anche tu quando spendi soldi per una nostra opera o quando LEGGI ognuno di questi post (che richiede tra 1 e 2 ore ogni giorno e mi sta ammazzando l’agenda di quasi ogni giornata) o ti chiedi se 13 euro per 3 ore di conferenza o di documentario sulla Academy siano soldi ben spesi. Ci abbiamo messo la nostra linfa vitale. La nostra moneta più importante. Ho visto AfterLife o Antumnos o Tommaso Giroldini o Magda Brustolin lavorare per ore ad un pezzo, ho visto Michela Suffritti tirare le due del mattino per finire un catalogo prima di una partenza o i Wild Matters fare giorni e giorni immersi nei libri per una conferenza. Vorrei avere soldi e… tempo, appunto, per documentarvi che vita intensa e frenetica si fa qua per portare ciò che facciamo nel mondo.

Quindi grazie per tutto il tempo che hai speso finora. Grazie per tutto il tempo che spenderai. Grazie per i soldi che hai speso o spenderai (per me i soldi sono “tempo” materializzato e cristallizzato). Grazie per ogni euro o secondo investito nel nostro mondo.

Quanto efficientemente ti senti di spendere il tuo tempo? Bene? Male? Metà e metà? Sei soddisfatta? Potresti fare meglio? Ti senti un po’ angosciato come questo meraviglioso ratto di Tempus Fugit e ti sembra che la sabbia ti stia scorrendo via dalle dita (eh grazie sono scheletriche) o sei un bel ratto pasciuto che si gode la vita?

P.S. Si è capito che questa meraviglia è disponibile vero? Ecco. Puoi acquistarla, non mi offendo.

RISPOSTE:

Sapere di aver sprecato il mio tempo è una di quelle cose che mi rende o infinitamente triste o infinitamente arrabbiata. Non c’è nulla di più brutto a fine giornata di sapere con certezza che non hai portato nulla di nuovo nella tua vita, che oggi non ti sei sentita Viva. Uno dei miei dipinti preferiti è “Saturno che divora i suoi figli”, non è un caso.

La paura di buttare il mio tempo è aumentata con quello che è stato un “fermo collettivo” che ha avuto luogo con il primo lockdown: l’idea di aver dovuto rinunciare ad un sacco di esperienze di vita mi ha devastata, ma allo stesso tempo sono fiera di non essermi fatta dominare dalla paura, aver preso il tempo in mano ed averlo dedicato ad altro. Altro che ho scoperto poi essere esattamente ciò di cui avevo bisogno. Ho costruito rapporti forti e sani che mi accrescono e mi fanno sentire viva, ho usato questo tempo per dedicarmi ad un lavoro che a fine giornata mi fa essere fiera di ciò che di nuovo ho portato nel mondo, ho comunque viaggiato quando possibile scoprendo luoghi totalmente inaspettati vicino a me… Mi ritengo quindi molto soddisfatta, seppur io sappia che potrei fare di meglio per me ed il mio tempo. Ci sto lavorando!

Il tempo che dedico nella lettura e nelle risposte a questi post lo sto amando e sono tanto grata a te Pellegrino che ce ne fai dono. Ogni giorno non vedo l’ora di dedicare le mie pause social su questi post, basta scroll scroll tossico (buttando appunto il mio tempo), mi dedico ad argomenti di vita che mi spingono a riflettere e che mi ricordano quanta strada ho fatto in questi anni, mi fanno bene al cuore.

Una persona a me cara ha passato tutta la vita a dirmi: “Chi ha tempo, non aspetti tempo”. Non so se ho compreso fino in fondo questa frase o se io la stia usando al meglio, ma so che faccio il possibile per riempire ogni secondo di tempo che ho, perché ne ho veramente pochissimo e per come sono fatto il più delle volte preferisco donarlo che tenerlo per me. Non so se il tempo che si intende nella frase sia quello del momento, palpabile e materiale, o se si intenda un qualcosa di più ampio da usare con parsimonia nella famosa maratona di cui parlavi qualche giorno fa. Sono soddisfatto? Dipende dai sorrisi e dal calore che riceverò quando userò quel tempo come meglio credo io e con chi mi fa star bene, e sulla domanda del se posso fare meglio ti rispondo ovviamente, si può e si deve sempre migliorare perché nulla è scontato, facile o sicuro e me ne accorgo sempre più giorno dopo giorno. Sono un bel ratto pasciuto che si gode la vita? Forse si, o forse solo d’apparenza.

Il tempo è il nostro senso del divenire. Ho registrato questa frase nell’inconscio, l’ho fatta marcire, decomporsi e dalle spoglie è nata un’idea.

Il concetto del tempo è una trappola intessuta in fisime e sensi di colpa. Il passato ha cessato di esistere, eppure si vive governati dal senso di colpa per azioni lontane, ormai estinte e per cui si è fatta ammenda. Il futuro ancora non esiste, eppure si vive nell’angoscia di impiegarlo al meglio. La semplice idea di star consumando impropriamente il presente in funzione di qualcosa la cui esistenza è conclusa o la cui esistenza debba ancora cominciare è alienante e distopica in una cultura come la nostra. Dove da una parte ancora paghiamo il peccato commesso da altri, dall’altra ci sentiamo in angoscia per un futuro solo immaginato.

Il presente è in realtà l’unico tempo a nostra disposizione ed è l’unico tempo che non concepiamo.

Il presente. Il qui e ora. Questa “Idea”, questa filosofia, mi ha consumato per anni. Adesso è tutto ciò che possiedo. Preoccupandosi solo del presente si può iniziare un percorso verso un equilibrio emotivo e spirituale.

Il presente è un istante in costante mutamento, un’eterna rinascita, istante per istante. Nel presente pianto il seme con la speranza dell’albero, non resto a fissare la terra nel terrore che nulla attecchisca e vi cresca. Nel presente imparo una lezione e faccio ammenda per l’errore, non resto a piangermi addosso né mi cucino a fuoco lento nei sensi di colpa.

Qui, ora, esisto e agisco. Il resto sono concetti matematici, ricordi e paure. Agisco nel presente per il presente.

Il tempo spesso scorre più velocemente di quanto non vorrei, ma lo impiego al meglio delle mie possibilità. Nel mio presente c’è sempre però del tempo per me, per stare in mia compagnia.

Ci si accorge, mantenendo l’attenzione sul presente, che non esistono momenti banali. Mantenere l’attenzione sul qui e ora è considerato il primo passo per una corretta meditazione. (Ehi, la meditazione, potrebbe essere lo spunto per un altro post?!). Insomma, tento di vivere come si vive nei boschi od in riva al mare, vivendo e imparando, senza pensieri, troppo soggetti alla meraviglia e sentendosi così piccoli e impotenti da dar peso solo all’azione in sé. Sapendo che ieri esiste solo in quanto ricordo, la cui esistenza è pertanto legata alla mia azione di ricordare e sapendo che domani arriverà comunque che mi piaccia o no, allora a che vale preoccuparsi, e quando non arriverà non dovrò preoccuparmene comunque.

Spesso consumiamo la vita in funzione di chi eravamo o di chi vorremmo essere, per farci percepire e accettare. Mascherandoci da chi eravamo nel passato tentiamo di mantenerci sulla striscia di accettazione degli altri. Fingendoci chi vorremmo essere consumiamo il tempo che acremmo dovuto impiegare per diventarlo.

Come diceva Gaber: “eppure il granturco che ha scelto d’esser giallo, non si domanda niente, non ricorda. Chissà se poi continua a presentarsi giallo, per essere fedele a chi lo guarda”. Consumare il tempo in funzione dei giudizi altrui è il peggior spreco.

Fermate la corsa dei pensieri sui tempi. Pochi minuti. Una bevanda calda, un porticato, una finestra, bevete e guardate il panorama. Senza pensare a cosa fare, cogliete tutti i dettagli con attenzione rilassata e non preoccupatevi di passato e futuro, fino alla fine del bicchiere.

“Non rimpiango le persone che ho perso col tempo, ma rimpiango il tempo che ho perso con certe persone, perché le persone non mi appartenevano, gli anni sì.”

Carl Gustav Jung