Debitum Naturae

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Umani, prede e predatori

In questo primo ritaglio di futuro vi è uno sguardo al passato volto a ridefinire in senso critico i ruoli di preda e predatore troppo sovente cristallizzati in una narrazione schiettamente antropocentrica. Natan Feltrin rompe, con toni eretici, la tradizionale prospettiva dell’uomo come indiscusso predatore alpha puntando dritto al cuore degli effetti socio-culturali che sono emersi dai meccanismi antipredatori di Homo sapiens. Federica Lovato porta il lettore in un viaggio genealogico dell’attitudine venatoria onde scalfirne i presupposti di naturalità e moralità. Al termine di questo volume chi sia preda, chi predatore e cosa comporti pensare l’altro in termini di «bottino» sono tutte questioni spalancate verso un orizzonte di rinnovamento etico.

L’uomo e l’ecosistema: dal centro urbano alla sfida del Rewilding

I saggi raccolti in questo volume intendono proporre delle riflessioni intorno al cruciale e delicato rapporto che intratteniamo con il mondo naturale. Il saggio di Eleonora Vecchi discute la pratica ecologica di conservazione degli ecosistemi nota come rewilding. Miriam Falco, invece, analizza le implicazioni e gli effetti benefici dell’esposizione al verde nei centri urbani, da cui consegue l’importanza di una maggiore integrazione degli elementi naturali nei contesti antropici. Il volume ospita anche un’intervista al filosofo Mario De Caro, curata da Gianluca Herold, dedicata al tema dell’altruismo.

Umani troppi umani. Sfide etico-ecologiche della crescita demografica

Questa è una grande lezione dell’ecologia: non ci sono pasti gratuiti e non c’è spazio per tutti! Come potevano così tanti filosofi parlare di etica animale, vegetale, dell’ambiente, del bìos quale progetto possibile in un mondo in cui una sola specie si stava moltiplicando vertiginosamente fagocitando ogni risorsa e colonizzando ogni habitat al punto di non farsi bastare più un solo pianeta?

Mangeresti un vegano? Verso un orizzonte biocentrico

Perché mangiare un vegano? Perché potrebbe essere l’azione più significativa, verso un cambiamento radicale delle nostre pratiche quotidiane, a difesa della biodiversità e del suo equilibrio seriamente minacciati dalla nostra stessa esistenza in quanto specie “dominante”. Ovviamente si tratta di una fagocitazione simbolica, ovvero la ricomprensione della prospettiva vegana in un’ottica più ampia. Questo libello è, potremmo dire, un viaggio, per visioni vivide, nella storia del rapporto dell’uomo con le altre forme dell’ente vivo, ma anche un’occasione per ripensare al ruolo che noi tutti ricopriamo in qualità di leader, o più spesso tiranni, della comunità biologica.