Debitum Naturae

La Mandragora, la pianta che urla!

Una delle leggende più famose su questa particolare pianta narra che, quando venga estratta dal terreno, la pianta emetta un urlo straziante che può uccidere chiunque lo ascolti. Questa leggenda è probabilmente nata dalla sua tossicità. Quando la radice viene estratta, può rilasciare alcaloidi tossici che possono causare nausea, vomito, vertigini e convulsioni. In alcuni casi, questi sintomi possono essere fatali.

Secondo la leggenda, sarebbe nata dall’unione dell’urina e dello sperma dei condannati a morte per impiccagione. La pianta, quindi, porterebbe con sé l’innocenza strappata ai condannati al momento della loro morte.

Da qui, probabilmente è nato l’uso della pianta come afrodisiaco. Infatti, è stata utilizzata per secoli per aumentare il desiderio sessuale.

…sì, ma perché la corda al collo?

Per evitare di essere uccisi dall’urlo della Mandragora, le antiche popolazioni praticavano un rituale particolare per estrarla.

Esso prevedeva di tracciare tre segni a forma di croce sulla pianta e di legarla con una corda al collo di un cane. Il cane veniva poi fatto correre fino a estirparla.

Il raccoglitore poteva così mettersi al sicuro, tappandosi le orecchie ed evitare di essere travolto dall’urlo lancinante del demone che si prendeva, però, la vita del povero cane.

La mandragora è una pianta magica molto versatile. In molte culture, era utilizzata per preparare pozioni d’amore, per evocare spiriti maligni o per proteggersi dagli spiriti maligni.

In poche parole, ha sempre affascinato gli uomini. La sua tossicità, la sua forma antropomorfa e le leggende che la circondano hanno contribuito a renderla una pianta magica e misteriosa ed è per questo che, con l’utilizzo dei pastelli, ho voluto rappresentarla su questo bellissimo teschio di cinghiale!

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