L’ARTE NORRENA E I SUOI STILI

-dall’ VIII all’ XI secolo-

L’arte Norrena, o come viene spesso definita (a parer mio impropriamente) “arte vichinga” , esercita da sempre su di me un fascino profondo e un’ammirazione quasi religiosa.

Ciò che “gli uomini del Nord” sono riusciti a creare con i rudimentali mezzi a loro disposizione ha infatti dell’incredibile: gioielli metallici finemente decorati in grado di far invidia a qualsiasi orafo odierno, prue navali lavorate a bassorilievo con intricati motivi vegetali o animali, manufatti in osso, corno e palco interamente incisi, sono solo alcuni degli strabilianti reperti che le sabbie del tempo hanno consegnato tra le nostre mani. 

Indebitamente passati alla storia come un popolo di razziatori e criminali, gli abitanti della Scandinavia altomedievale hanno dimostrato con il loro sbalorditivo patrimonio artistico e artigianale, insieme alla loro seducente cultura, di essere ben più di meri pirati ante litteram, ed è forse proprio questo il motivo che mi ha spinto negli anni a voler approfondire sempre di più tale argomento.

In questo articolo condividerò con te parte del mio sapere, accumulato negli anni non solo attraverso la lettura di libri e articoli ma anche mediante l’osservazione dal vivo di reperti e siti archeologici, e cercherò di darti tutte le nozioni necessarie a districarti attraverso il fitto intreccio di bestie, alberi, guerrieri e Dei che é l’arte norrena.

I SETTE STILI

Quando si parla di “arte norrena”, ci si riferisce a tutti quei manufatti che hanno caratterizzato la produzione artistica e artigianale degli abitanti della Scandinavia tra l’VIII e l’XI secolo dopo cristo e delle loro colonie. Nonostante molti trattino l’argomento adottando la definizione “arte vichinga”, io preferisco non utilizzare questo termine in quanto la parola “vichingo” indica specificatamente il “mestiere” di predone, che molti norreni intrapresero,  non la popolazione in sè. 

Attraverso lo studio di forme, soggetti, tecniche, periodi storici ed aree geografiche, gli archeologi sono stati in grado di suddividere l’arte norrena in sette stili principali, denominati:

  • Broa
  • Oseberg
  • Borre
  • Jelling
  • Mammen
  • Ringerike
  • Urnes

 

Tale distinzione è stata fatta basandosi su reperti che riportavano decorazioni marcatamente diverse tra loro e chiaramente riconoscibili nella forma, con elementi riscontrabili su vasta scala. Bisogna però tenere in considerazione che molto spesso le suddette fogge tendevano a contaminarsi, in particolar modo in quei periodi di transizione in cui piú stili coesistevano nella stessa area. Non è affatto improbabile, quindi, trovare reperti che mostrino contemporaneamente elementi di due o più stili.

Andiamo ora ad analizzarli più nel dettaglio.

STILE BROA

Periodo storico: 750-825

Area geografica: prende il suo nome da Broa, in Svezia. Reperti in questo stile

sono presenti unicamente in Scandinavia, in particolar modo nell’area orientale.

Soggetti: animali, motivi geometrici.

Caratteristiche principali: nello stile Broa, gli animali sono rappresentati in modo estremamente stilizzato. Testa ed arti sono semplificati al punto da risultare spesso irriconoscibili e quasi astratti, mentre i corpi possono essere allungati come a formare una sorta di nastro oppure più tozzi. Le teste sono sempre di profilo, con occhi grandi e tondi, nasi arricciati, bocche aperte e raramente accenni di denti o zanne. Corpi e zampe sono annodati tra loro in complessi intrecci e spesso inseriti all’interno di cornici geometriche.

Reperti di riferimento: Briglia di Broa 

Parti della briglia di Broa
Fonte: https://samlingar.shm.se/media/1DBF242B-E352-4171-A3A4-11F790F64CDD

STILE OSEBERG

Periodo storico: 800-875

Area geografica: prende il nome dalla tomba di Oseberg, sepoltura navale contenente una grande quantità di  reperti rinvenuta nella Norvegia meridionale. Come il Broa, lo stile Oseberg sembra essere presente unicamente in Scandinavia.

Soggetti: zoomorfi, antropomorfi.

Caratteristiche principali: nello stile Oseberg, i soggetti stilizzati all’estremo tipici dello stile Broa, si evolvono ed iniziano ad essere rappresentati con una maggiore attenzione alla correttezza anatomica. Ogni animale ha una testa, due o quattro zampe tendenzialmente ben riconoscibili, spesso una coda e in alcuni casi anche tratti tipici della propria specie, che ne rendono possibile l’identificazione. 

Le teste hanno ancora occhi grandi e tondi, ma iniziano ad essere ritratte anche frontalmente oltre che di profilo. Ai corpi allungati si alternano anche corpi dalle proporzioni più verosimili.

I soggetti sono spesso “incatenati” tra loro, con corpi che si compenetrano creando lunghe sequenze zoomorfe o antropomorfe.

Oltre ai bassorilievi e alle incisioni, compaiono arazzi e sculture a tutto tondo, raffiguranti spesso soggetti umani con attributi ben riconoscibili, come barba, capelli, abiti e armamenti (vedi arazzo di Oseberg).

Reperti di riferimento: Nave di Oseberg, arazzo di Oseberg, carro di Oseberg.

Dettaglio della decorazione della Nave di Oseberg

STILE BORRE

Periodo storico: 850-950

Area geografica: deve il suo nome all’omonimo cimitero della Norvegia Meridionale, nelle quali oltre 40 sepolture (tra tumuli, ometti e sepolcri navali) sono stati rinvenuti tesori di inestimabile valore. Nato agli inizi del periodo di espansione dei popoli del nord, è il primo stile di arte norrena ad essere riscontrabile oltre i confini della Scandinavia, in particolar modo in Inghilterra, dove ha grandemente influenzato le correnti artistiche locali.

Soggetti: animali, forme geometriche.

Caratteristiche principali: il singolo animale diventa il fulcro della decorazione, cessando di essere parte di un lungo intreccio che vede concatenarsi più soggetti. È prevalentemente , ma non esclusivamente, raffigurato di fronte, con occhi tondi o “a mandorla” e attributi come orecchie, denti o narici ben distinguibili. Il corpo abbandona del tutto la forma “a nastro”, assumendo proporzioni più equilibrate e si annoda su sè stesso, formando intrecci regolari, spesso simmetrici e riconducibili a forme geometriche. Le zampe seguono il corpo nel formare intricati ma precisi nodi e terminano spesso “afferrando” parti del corpo, della cornice o delle altre zampe stesse, dando massima centralità al tema della cosiddetta “gripping beast”. Fa la sua prima comparsa la spirale, usata come motivo decorativo o come mezzo per rappresentare le articolazioni delle zampe. 

Laddove non vi è il motivo della “gripping beast” come soggetto, lunghe catene formate dalla ripetizione e dall’intreccio di forme geometriche e regolari diventano le protagoniste dello stile decorativo.

Reperti di riferimento: finiture equestri in bronzo di Borre, Gaut’s stone cross (isola di Mann)



Pomello da sella dal corredo equestre di Borre

STILE JELLING

Periodo storico: 900-975

Area geografica: così denominato in onore dell’omonima città nella Jutland Danese, questo stile è riscontrabile in ogni luogo in cui i norreni si siano recati, dall’Inghilterra all’Europa dell’est.

Soggetti: animali.

Caratteristiche principali: ricompare il tema degli “animali a nastro”, tipico dello stile Broa, benché in questo caso assumano forme più regolari e meno confusionarie. Rappresentati unicamente di profilo, con anatomie semplici e pulite, corpi e teste sono estremamente allungati e assumono forme a S o “a pretzel”, spesso ripetute, sovrapposte o intrecciate. Come nello stile Borre, gli occhi sono tondi o a mandorla, mentre le bocche sono caratterizzate dal labbro superiore arricciato. Le articolazioni sono rappresentate da spirali, i corpi sono spesso riempiti con pattern a linee.

Nonostante questo stile possa essere facilmente interpretato come un ritorno alla più antica tradizione germanica, le sue caratteristiche costituiscono le fondamenta di tutta l’arte norrena degli anni successivi.

Reperti di riferimento: coppa di Jelling, tenda di Gokstad

Bozzetto ritraente la coppa di Jelling

STILE MAMMEN

Periodo storico: 950-1025

Area geografica: la codificazione e la denominazione di questo stile si devono alla tomba di Mammen, Danimarca, ma è estremamente diffuso in tutte le colonie norrene, in particolar modo in Europa occidentale e Inghilterra.

Soggetti: animali (prevalentemente carnivori, volatili e serpenti), bestie mitologiche, figure antropomorfe (spesso sotto forma di maschere), motivi vegetali.

Caratteristiche principali: i lunghi e sinuosi corpi a nastro lasciano lo spazio ad anatomie più proporzionate e realistiche, con attributi e dettagli ben definiti, come ad esempio zanne e artigli. Anche le teste, ritratte di profilo, risultano più  dettagliate, con nuovi particolari come lingue e orecchie.

Forme, intrecci e regole compositive dello stile Jelling si arricchiscono con nuovi elementi, come appendici lunghe e sinuose che spuntano dalla figura, viticci e motivi vegetali, pattern a piccoli cerchi usati come texture. Aumenta l’utilizzo della spirale, adottata non solo per rappresentare le articolazioni ma anche come vero e proprio elemento decorativo, solitamente come terminale nelle lunghe appendici a nastro.

Grandi bestie (reali o mitologiche) sono spesso rappresentate nell’atto di lottare con uno o più  serpenti.

A causa dell’espansione del cristianesimo che inizia a prendere piede in questo periodo, a soggetti della tradizione pagana come maschere di divinità si alternano soggetti tratti dalla nuova religione come ad esempio crocifissi.

Reperti di riferimento: ascia di mammen, scrigno di Bamberga, guardia di spada in palco da Sigtuna (Svezia)

Lo scrigno di Bamberga

STILE RINGERIKE

Periodo storico: 1000-1075

Area geografica: lo stile Ringerike è l’unico a non prendere il suo nome da un sito archeologico, bensì dalla zona di origine della pietra di cui sono costituiti alcuni monoliti runici decorati in questo stile (norvegia meridionale). Come il Mammen, anche lo stile ringerike è ampiamente diffuso in tutte le colonie norrene, in particolar modo in Irlanda.

Soggetti: animali (prevalentemente carnivori, volatili e serpenti), bestie mitologiche, figure antropomorfe (spesso sotto forma di maschere), motivi vegetali, croci.

Caratteristiche principali: il Ringerike non è altro che un’ evoluzione particolarmente complessa dello stile Mammen, dal quale a volte risulta essere difficilmente distinguibile. Le principali differenze stanno nell’uso più intenso dei motivi vegetali e delle appendici a nastro, spesso usati in combinazione, e nella massiccia presenza di influenze europee, come foglie di acanto ed altri elementi tipici dell’arte anglosassone, francese e in generale dell’Europa occidentale.

Reperti di riferimento: bracciale dal tesoro di Undrom, pietra di Alstad

 

Pietra runica dal Ribe Viking Center

STILE URNES

Periodo storico: 1050-1125

Area geografica: Deve il suo nome alla Stavkirke di Urnes (Norvegia) ed è diffuso in tutte le aree colonizzate dai norreni, in particolar modo in Irlanda.

Soggetti: grandi bestie solitamente intrecciate con serpenti, motivi vegetali.

Caratteristiche principali: nello stile Urnes gli elementi si riducono semplificando il design ma gli intrecci si infittiscono, pur diventando più regolari e leggibili; il risultato è una rappresentazione notevolmente più minimalista rispetto allo stile Ringerike. Le proporzioni anatomiche risultano estremamente allungate, i corpi diventano sottili e sinuosi, con lunghe zampe e lunghi colli, che sorreggono teste di profilo con occhi a mandorla e labbra arricciate. Intrecci a S e a 8 si ripetono con grande fluidità, dando forma a composizioni armoniose e bilanciate ma mai simmetriche.

Reperti di riferimento: ciotola di Lilla Valla, stavkirke di Urnes,

 

Dettaglio della decorazione della Stavkirke di Urnes
Foto di Nina Aldin Thune

Bibliografia: the Anatomy of Viking Art – J. L. Markussen, Viking Designs – A. G. Smith.

 

Fonti archeologiche: Wikinger Museum – Haithabu, Midgard Vikingsenter – Borre, Historiska Museet – Stoccolma, Vikingskipshuset – Oslo, Etnografisk Museum – Oslo, Nationalmuseet  – Copenhagen, Universitetets Oldsaksamling – Oslo, Bayerisches Nationalmuseum – Monaco, Ribe viking center – Ribe.

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