Arte Macabra e Specismo

Pellegrino

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Arte Macabra e Spescismo

In un recente reel sul mio profilo instagram ho citato lo specismo come uno degli aspetti negativi che possono caratterizzare l’essere umano. Il concetto di specismo dovrebbe essere già chiaro a chiunque, ma facciamo comunque un attimo il punto.

Essere specisti significa considerare la propria specie come quella dominante, superiore a tutte le altre. Che all’atto pratico si traduce nel considerare i selvatici solo una minaccia, un problema da risolvere o al massimo una risorsa, nell’acquistare animali per averli come domestici indipendentemente dalla loro natura o con modifiche estetiche fatte solo per il nostro sollazzo (parleremo dei cani e del loro allevamento presto). E ovviamente significa mangiare loro e i loro derivati.

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E cosa c’entra l’arte macabra con tutto questo? C’entra eccome. L’arte macabra può essere il massimo esempio di specismo o un valido strumento per combatterlo. Da cosa dipende? Dal modo in cui vengono reperiti i materiali sui quali si lavora.

Se si considerano i materiali, la materia prima, come qualcosa sul quale spendere il meno possibile (alibaba e temu sono purtroppo ricchi di resti animali di dubbia provenienza ma prezzo assolutamente convienente) infischiandosene quindi dell’origine o del modo in cui ce li si è procurati, allora è un perfetto esempio di specismo. L’animale non umano è una risorsa, come la plastica o un sasso, non importa, non ha alcun valore al di là di quello economico. Se invece, come facciamo noi, per ogni pezzo sulla quale mettiamo le mani, con quale facciamo un’opera, cerchiamo di capirne l’origine, la vita che ha fatto, il modo in cui è stato procurato, che abbia i documenti necessari e che non si alimenti in nessun modo un mercato non etico, allora è l’esatto opposto. (clicca qui per leggere l’articolo che parla della nostra etica)

Operando in questo modo fare arte macabra diventa un veicolo per dimostrare come di fronte alla morte siamo tutti uguali. Come qualcosa che gli altri considerano puro materiale inanimato o addirittura uno scarto, possa diventare qualcosa da esporre, un’opera d’arte, qualcosa che genera ricchezza (che personalmente reinvestiamo in associazioni che si occupino di tutelare proprio gli animali non umani o l’ambiente.

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by emma kisel

Hai quindi merito, colpa o responsabilità in base a come ti comporti. Se fai arte utilizzando materiale recuperato in quel modo (e non nel nostro), ma anche solo se acquisti arte che viene fatta in quel modo o se… parliamone ancora, mangi animali e derivati mentre dici di amare gli animali della natura beh… sei come un proprietario terriero dell’ottocento che dice di amare le persone che lavorano nei suoi campi di cotone.

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